Dubbi sugli Stati Uniti d'Europa
nasce da un problema reale: l'oggettivo declino del Vecchio Continente, che da tempo cresce davvero poco e in qualche caso come in quello italiano negli ultimi tre decenni è perfino arretrato. L'economia deve recuperare dinamismo e l'idea di un nuovo Piano Marshall, perfino più corposo di quello finanziato dagli Stati Uniti dopo la Seconda guerra mondiale, viene da lì.
Per chi si riconosce nei principi liberali, però, vi sono alcune obiezioni da farsi. Innanzi tutto, indebitare e/o tassare gli europei e le loro aziende al fine di poter iniettare grandi quantità di denaro grazie a una programmazione politicamente orientata è in linea con le logiche socialdemocratiche e keynesiane che sono proprio all'origine del disastro europeo. Quello che viene annunciato come un farmaco, nei fatti, è il solito veleno di Stato.
È infine opportuno a settant'anni di distanza demitizzare il piano Marshall. Nel 1945 l'economia italiana e quella tedesca si sono risollevate non già grazie agli aiuti americani, che certo furono importanti per promuovere l'immagine degli Usa ed evitare l'inferno sovietico. Dopo la guerra, però, l'Europa si è rialzata perché la regolazione e la tassazione erano ai minimi: era facile lavorare, intraprendere, avere successo. O si riparte da lì , oppure il declino europeo non troverà mai una soluzione.
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