Il 2020 fu l’anno del Covid. E l’anno della morte del cinema. O se non la morte della caduta in stato comatoso. Sale forzatamente chiuse. ...
Il 2020 fu l’anno del Covid. E l’anno della morte del cinema. O se non la morte della caduta in stato comatoso. Sale forzatamente chiuse. Teatri di posa idem. Una cosa mai successa nell’ultimo secolo. Il 2024 doveva sancire l’uscita dal coma profondo. L’abitudine a tornare in sala buia stava a poco a poco tornando. E invece sulla settima arte è di nuova tenebra. I. L’ultimo kolossal americano Furiosa che doveva essere il best seller della primavera estate ha toppato malamente al botteghino.
Solo 32 milioni di dollari d’incasso la prima settimana di programmazione contro i 168 di budget. Insomma una probabile catastrofe .Un bruttissimo segnale, soprattutto se consideriamo che la grande industria statunitense da anni s'è concentrata sulle megaproduzioni e sulle storie di super eroi. Ma è tutta la macchina americana che sembra inceppata. Gli introiti complessivi sono risultati del. Né migliori notizie arrivano dal cinema di casa.
È un’involuzione inarrestabile? Probabilmente sì. Non la vogliono arrestare gli spettatori di una volta, che si stanno vieppiù impigrendo, sempre meno disposti a programmare le uscite . E non la vogliono arrestare nemmeno i fornitori del prodotto, i registi e gli attori che nei Netfflix hanno trovato una soluzione insperata per le rispettive carriere.
Eh, già. Il cinema, da sempre è stato un’attività “a rischio”. Il responso al botteghino era un incubo. Un flop, due flop di fila potevano uccidere le carriere . Netflix li ha liberati dall’incubo. Perchè il pericolo dell’insuccesso esiste anche lì, ma le conseguenze non sono così immediate, deleterie come nell’indomani dello spettacolo in sala. Oggi i registi possono proporre per lo streaming tutti i film che vogliono e gli attori pure. Già gli attori.
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