Dai fascisti ovviamente, responsabili dell'omicidio del deputato socialista un secolo fa, ma anche da altri avversari politici, cattolici e comunisti
Dai fascisti ovviamente, responsabili dell'omicidio del deputato socialista un secolo fa, ma anche da altri avversari politici, cattolici e comunistiEssere troppo ricco. Essere mezzo austriaco. Essere figlio di usurai. Essere un privilegiato, un borghese che faceva la bella vita ma che voleva giocare a “fare il compagno”.
Ed è proprio questo suo sforzo che i suoi avversari intendevano svilire diffondendo voci disdicevoli sul suo conto e sul conto di suo padre, Girolamo Matteotti. A 19 anni Girolamo Matteotti aveva assunto la direzione della piccola bottega artigiana di famiglia e l’aveva trasformata, insieme alla moglie Elisabetta Garzarolo, in una sorta di piccolo bazar con due sedi a Fratta Polesine: vendeva attrezzi per la campagna, utensili per la casa, tessuti.
il milionario onorevole Matteotti, che potrebbe essere grato al fascismo di avergli salvato le terre dall’esproprio bolscevico, non può perdonare al fascismo di avergli stroncato la carriera di arrivista. Matteotti invece rimase sempre fermamente ostile a qualsiasi ipotesi di entrata in guerra dell’Italia, e mentre gli altri esponenti socialisti rimanevano perlopiù in silenzio, lui continuò a lungo a fare dichiarazioni pubbliche in favore della neutralità.
Le divergenze tra i socialisti che si riconoscevano nella guida di Filippo Turati, come Matteotti, e i comunisti, andarono aumentando nei mesi e negli anni seguenti, in linea con quanto accadeva anche in altri paesi.
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