Tour de France: a Courchevel vince Felix Gall, Giulio Ciccone è più a pois. La salita più alta doveva essere lo Stade Tata Raphaël di Kinshasa della grande sfida tra Vingegaard e Pogacar. La crisi dello sloveno ha scombussolato i piani. Di giostuzzi
A Courchevel vince Felix Gall, Giulio Ciccone è più a pois. La salita più alta della Grande Boucle doveva essere lo Stade Tata Raphaël di Kinshasa della grande sfida tra la maglia gialla e il suo rivale. La crisi dello sloveno ha scombussolato i piani e ha lasciato anche il danese meno feliceè una bestia strana, multiforme, che non si può domare, solo assecondare sperando che non faccia troppo male.
Non esisteva prima e non solo nella geografia del Tour de France, nella geografia in generale. Era un po’ mulattiera e un po’ pista da sci, è diventata la ciclovia più alta di FranciaNon c’era la strada che saliva al Col de la Loze, non almeno gli ultimi cinque chilometri. Non c’è stato nemmeno il grande duello di questo Tour de France. Tadej Pogacar si è staccato prima che la strada si impennasse.
Era contento Jonas Vingegaard all’arrivo. Contento ma non felice. Non come avrebbe voluto essere almeno. Perché un conto è staccare il proprio avversario, un altro è vederlo staccarsi quando davanti c’erano ancora i luogotenenti e il ritmo era alto ma poteva essere peggio.
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