Il Giappone ha protestato per la decisione danese di rilasciare l'attivista ambientalista Paul Watson, ricercato per il suo coinvolgimento nell'incidente del 2010 con la flotta baleniera giapponese.
Il Giappone ha espresso il suo disappunto per la decisione della magistratura danese di rilasciare l'attivista ambientalista Paul Watson , arrestato lo scorso luglio a Nuuk, in Groenlandia, in seguito a un mandato di cattura internazionale emesso da Tokyo. Il portavoce del governo giapponese, Yoshimasa Hayashi, ha protestato formalmente, dichiarando che il governo danese non ha accolto la richiesta giapponese di consegnarlo.
Hayashi ha sottolineato che Watson è ricercato a livello internazionale come complice nell'incidente del febbraio 2010, in cui attivisti dell'organizzazione anti-caccia alle balene Sea Shepherd hanno ferito membri delle baleniere giapponesi e danneggiato proprietà. Il governo giapponese ha assicurato che continuerà ad affrontare la questione in modo appropriato, sulla base della legge e delle prove. La magistratura danese, che ha giurisdizione sulla Groenlandia, ha però ordinato il rilascio di Watson, senza ancora rendere pubbliche le motivazioni della sentenza. Secondo alcune anticipazioni, la lontananza dei fatti contestati (l'episodio del 2010 e il mandato del 2012) e il periodo trascorso in carcere (cinque mesi) avrebbero influenzato la decisione. Watson, già fondatore di Greenpeace, era alla testa di Sea Shepherd, organizzazione animalista internazionale impegnata nella difesa della fauna marina, che ha condotto diverse azioni di contrasto alla flotta baleniera giapponese. La flotta giapponese, nonostante la moratoria internazionale sui prelievi di grandi cetacei (non riconosciuta da Tokyo, Islanda e Norvegia), continua a cacciare balene nelle acque dell'oceano antartico, sostenendo che le operazioni sono missioni di ricerca scientifica
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